Arrivo a Rovinj (Rovigno in italiano) trafelato, accaldato, affamato e soprattutto in ritardo. Il tempo è poco e allora decido di inerpicarmi su per la collina attraversando vicoli stretti e scalinate fino alla Chiesa di Sant’Eufemia risalente al 1700 contente le spoglie di Sant’Eufemia di Calcedonia.
Ridiscendendo incontro dei luoghi suggestivi e leggendo i nomi dei vicoli mi accorgo che l’eredità italiana è ancora molto presente così come nelle targhe a ricordo di personaggi dell’antichità affisse ai muri delle case. Arrivo in centro dove spicca la Torre dell’Orologio risalente al XII secolo ed utilizzata anche come prigione.
Per mancanza di tempo non riesco a vedere il Convento Francescano del 1700, capolavoro dell’arte barocca e contenente una biblioteca di oltre 12.000 volumi antichi e preziosi e circa 250 opere di arte sacra di assoluta rilevanza storica. Non vedo nemmeno la Chiesa di San Tommaso Apostolo del XIV secolo né il Battistero della Santissima Trinità né la Chiesa di San Tommaso dell’VIII/IX secolo poco fuori città considerata uno splendido esempio di architettura sacra del periodo carolingio.