2009

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21 Luglio 2018 0 Di Renato Pisani

Dopo aver raggiunto Trieste ci mettiamo alla ricerca di una fantomatica autostrada slovena che ci dovrebbe condurre in Croazia e per la quale come consigliato avevamo acquistato la vignetta da esporre sul parabrezza: mai trovata! Seguiamo invece la strada che ci conduce al confine tra Slovenia e Croazia e quindi imbocchiamo l’autostrada per Split (Spalato). Viaggiamo tutta la notte su questa autostrada nuovissima e ben attrezzata che mi svela un Paese molto più moderno di quello che avevo immaginato. Intorno alle 6 arriviamo a Split.

Split – Il campanile della Cattedrale di San Doimo.

Percorriamo la strada che dall’autostrada ci conduce al porto. Split è una cittadina operosa, moderna e in forte espansione economica con tanti cantieri aperti. Della città vi segnalo solamente il Palazzo di Diocleziano risalente al 300 dc, la Cattedrale di San Doimo in stile romanico e la Porta Aurea. Sia la Cattedrale che la Porta facevano parte del Palazzo.

Giunti al porto acquistiamo i biglietti per il traghetto e dopo una buona colazione e una breve attesa ci imbarchiamo alla volta dell’isola di Hvar (Lesina, la nostra meta) che raggiungiamo dopo due ore di navigazione in un mare blu cobalto.

Si dice che la prima impressione sia quella giusta, ma in questo caso si tratta di un’affermazione sbagliata e se avrete la pazienza di seguirmi ve lo dimostrerò. Però un po’ di delusione serpeggiava nelle nostre menti, e anche sulle nostre facce.

Stari Grad – Il porto di attracco dei traghetti.

Sbarcati ci troviamo di fronte al nulla a parte una costruzione che potrebbe assomigliare a un nostro centro commerciale in miniatura con sullo sfondo una collina completamente coperta di pini. Lidia e Paolo ci aspettano lì. Sbrigati i convenevoli li seguiamo sulla strada che ci porta a Milna. Strada bella e panoramica da cui cominciamo  a renderci conto della bellezza dell’isola.

Milna è un villaggio di recente costruzione, sorto a esclusivo scopo ricettivo per i turisti, una specie di villaggio turistico con tanti proprietari. Gli abitanti hanno costruito delle abitazioni che ampliano anno dopo anno costituite da mini-appartamenti.

Milna

Qui conosciamo Klaudia, la nostra padrona di casa. Prendiamo possesso del nostro appartamento costituito da una camera, da un bagno e da un balcone sul mare. Piccolo, ma ben pulito e confortevole, con tutto quello che può servire, condizionatore e wi-fi gratuito compresi.

A pranzo facciamo conoscenza del papà di Klaudia, un signore anziano, bruciato dal sole che utilizza una vecchia Mercedes 200 verde come furgone per rifornire la konoba (taverna, ma anche cucina) di generi alimentari e di quello che serve. Ci porta due spigole pescate alle prime luci dell’alba, di dimensioni generose cotte sulla brace insieme a del vino locale bianco, fresco e molto fruttato. E già qui la percezione dell’isola cambia completamente.

Passiamo il pomeriggio a riprenderci dal viaggio e verso sera con Lidia e Paolo raggiungiamo la città di Hvar. Nella luce del crepuscolo ai nostri occhi si apre uno spettacolo impagabile sia dal punto di vista storico che da quello mondano di cui vi parlerò in seguito. La nostra meta è la terrazza di un ristorante con una splendida vista del porto e delle isole Pakleni (isole San Clemente o Spalmadori) sullo sfondo della baia il tutto condito da un tramonto da sogno. La cena è a base di aragosta e altri crostacei, conchiglie varie, vino e dolci locali.

La spiaggia di Milna

I giorni seguenti occupano Cinzia nella sua attività preferita: prendere il sole. La spiaggia di Milna è ampia, ben servita e a costo zero tranne l’ombrellone ed eventualmente lo sdraio che comunque sono a prezzi decisamente contenuti. C’è un baretto che vende acqua, bibite e gelati oltre a un minuscolo negozio di alimentari. L’unica pecca è la mancanza di sabbia come per tutte le spiagge dell’isola.

Milna ha una particolarità. Quasi tutti qui di cognome, e non si sa se sia vero, fanno Tudor. Vi ricordate della Guerra delle Due Rose e di Enrico VIII? Ebbene pare che questi signori qui fossero di casa e sembra che la villa rossa sulla destra della baia, villa Tudor, fosse roba loro.

Mentre Cinzia si crogiola al sole io do inizio alla mia esplorazione.

L’isola di Hvar è stretta e lunga e si estende da ovest a est. L’economia dell’isola oltre che sul turismo si basa principalmente sulla coltivazione dell’ulivo da cui si ricava un’olio molto gradevole, fruttato e poco filtrato e su quello della vite che pare sia stata introdotta sull’isola dai greci. I vini sono principalmente rossi e bianchi, ma ora si producono anche dei rosati. La coltivazione della vite si sta espandendo notevolmente sull’isola tanto da causare purtroppo l’abbattimento di alcune pinete e il vino sta migliorando arrivando ad ottenere importanti riconoscimenti internazionali. Si coltiva anche la lavanda che cresce anche spontanea e si allevano maiali, capre e pecore per il consumo famigliare e locale.

Ci sono alcune città e villaggi che meritano assolutamente di essere esplorati, tra questi Stari Grad (Cittavecchia o Pharos in greco, patrimonio Unesco), Hvar, Vrboska (Verbosca), Jelsa (Gelsa) e Sucuraj (San Giorgio) che potete esplorare con me nelle pagine loro dedicate. Altri invece ve li descriverò quando li incontrerò durante la mia esplorazione.

Partenza!

Percorrendo la strada da Milna a Stari Grad

La mattina del primo giorno è dedicata alla visita di Stari Grad in cui ci ritornerò insieme a Cinzia per una cena romantica e anche con Paolo e Lidia per una serata tranquilla davanti a un buon bicchiere. La strada da Milna a Stari Grad e molto recente, insegue l’andamento della costa e invita a fermarsi più e più volte per fotografare la costa frastagliata e le tante insenature raggiungibili solo a piedi. L’altro lato della strada invece mostra il fianco della collina ricoperto di macchia mediterranea. Tenendo il finestrino aperto nonostante il caldo i profumi sono persistenti e a volte inebrianti e il canto delle cicale fa da colonna sonora. Poco oltre il punto di attracco dei traghetti si svolta a sinistra e si scende nella piana di Stari Grad e qui è un’apoteosi di ulivi, vigne e lavanda. Parcheggio nella piazza del mercato e si parte per l’esplorazione della città.

Appena la fame comincia a dare i primi segnali torno a Milna e, scusandomi con vegetariani e vegani, il pranzo preparato dal papà di Klaudia è un vero spettacolo: una capra intera infilata sullo spiedo!

Il pomeriggio passa tranquillo in spiaggia con Cinzia e a chiacchierare sulla veranda della konoba con Paolo e il papà di Klaudia il quale, tra una birra e e un bicchiere di vino, mi promette che il giorno seguente sullo spiedo ci sarà un maiale e che un cosciotto sarà tutto mio a costo di rinunciarci lui stesso.

Un vicolo di Hvar

La mattina seguente, dopo aver assolto al rito della colazione a bordo spiaggia super-abbondante che tra le altre prelibatezza locali (vedi formaggi e salumi) prevede anche la confettura di fichi che sull’isola sono spontanei preparata da Giulia (la sorella di Klaudia), con Cinzia raggiungiamo Hvar e ci mettiamo a fare i turisti curiosando tra negozi e bancarelle. Compriamo un paio di cappelli tanto per rimpolpare un po’ la nostra collezione, qualche cartolina da spedire a parenti e amici, l’immancabile sacchetto di lavanda e, naturalmente, la collana di corallo rosso con i suoi orecchini d’ordinanza.

Torniamo a Milna, parcheggiamo la Saab infilandola tra un ulivo e l’altro e ci avviamo verso la konoba dove ci attende il maiale promesso dal papà di Klaudia: Fantastico! sia per la vista che per l’olfatto, ma soprattutto per il gusto. Penseremo poi al tatto, intanto all’udito ci pensano le cicale.

Vira

Nei giorni seguenti l’esplorazione prosegue. Una puntatina sulle colline seguendo la vecchia strada napoleonica che corre all’interno di una pineta mi porta in principio a passare accanto alla Fortezza e in seguito a sfiorare l’altra Fortezza costruita in epoca napoleonica e ora sede di un osservatorio astronomico. Salendo la pineta viene sostituita da cespugli di rosmarino, mirto, erica e altre piante. La giornata è splendida, il cielo è turchese solcato dalla scia di qualche aereo di passaggio, la luce è forte. Lo sguardo spazia dalle isole Pakleni a sud fino all’isola di Brac (Brazza), all’isola di Solta e alla costa dalmata a nord. Ridiscendo e la strada mi porta a Vira. Vira non è altro che un porto dove fanno capo i pescherecci per sbarcare il pesce pescato durante la notte e che poi da qui raggiunge alberghi e ristoranti.

Le colline intorno a Brusje

Proseguendo sulla strada si incontrano tante calette alcune con delle abitazioni altre assolutamente deserte. Proseguendo si incontrano i luoghi dove qualche anno prima un incendio aveva distrutto la vegetazione la quale piano piano sta tornando a colonizzare la collina. Continuo a guidare e attraverso un villaggio in cima ad un’altra collina, Brusje. Proseguo e mi ritrovo ancora una volta al porto dei traghetti. Da qui torno a Milna dove mi aspetta una serata a base di pesce.

Le giornate proseguono tra bagni veri e bagni di sole, birra, vino, pesce e maiale. Qualche visita rapida a Jelsa e a Vrboska e di nuovo a Stari Grad. Hvar è comunque la nostra meta preferita e la più affascinante.

Si avvicina il giorno della partenza e quello dei saluti agli amici che abbiamo conosciuto. Si avvicina anche il giorno dedicato all’acquisto di qualche ricordo per i nostri amici che ci aspettano a casa e di imbucare le cartoline che abbiamo promesso.

Klaudia con l’aragosta in umido

L’ultima sera Klaudia ci regala una sorpresa che proprio non ci aspettavamo, però prima di svelarvela vi devo raccontare una cosa importante. Lidia e soprattutto Paolo non erano proprio dei turisti, ma per alcune circostanze erano molto amici di Klaudia e di Danilo (romano de’ Roma) suo marito ed era un po’ come se fossero di casa. Per questo motivo abbiamo quasi sempre mangiato con loro nella veranda della konoba e non in riva al mare dove Klaudia ha dei tavoli apparecchiati per i turisti. Ebbene, l’ultima sera Klaudia ci ha fatto cenare a lume di candela sul tavolo migliore sospeso sopra il mare. Per me e Cinzia è stata una grande emozione e l’emozione è persino aumentata quando si è presentata con il piatto forte della serata. Un piatto della tradizione di Hvar e della sua famiglia: una grande aragosta cotta in umido accompagnata dalla polenta. Magnifico, grazie Klaudia.

Il faro dell’isola di Brac

La mattina dopo sveglia presto. Caffè veloce al bar della konoba, un po’ di pane e marmellata, baci, abbracci e promesse di rivederci presto e tenerci in contatto e via per il porto dei traghetti.

Con un po’ di tristezza e di malinconia ci imbarchiamo e in silenzio aspettiamo di arrivare a Split. Ci salutano i delfini che rincorrono il traghetto, ci saluta il faro sulla punta nord dell’isola di Brac, ci saluta il sole che sorge dietro le colline di Split.

Sbarchiamo, riprendiamo l’autostrada e arriviamo a casa.

Ottima vacanza. Grazie a Cinzia per la scelta. Grazie a Lidia e Paolo per la loro compagnia e amicizia. Grazie Kluadia, grazie Giulia e grazie al loro papà e alla loro mamma per averci trattato davvero da re.