Era il  2009 quando Cinzia mi pose la fatidica retorica domanda: “Renato, siamo a metà luglio e non abbiamo ancora deciso dove andare in ferie, tu cosa pensi di fare?”.

La risposta fu molto vaga e per nulla esauriente anche perché la mia Cinzia la conoscevo bene e sicuramente lei aveva già deciso e a nulla sarebbe servito proporre qualcosa di diverso.

Così riprese: “Sai su Facebook ho conosciuto due persone di Fano, Lidia e Paolo, e vanno in Croazia e mi hanno chiesto se vogliamo unirci a loro”. La mia risposta fu un po’ sopra le righe: “CROAZIA?!! Ma dai sono appena usciti da una guerra, non ci sarà niente, ci metteranno in qualche stamberga e poi come ci andiamo? E dov’è che dovremmo andare?”.

Era già tutto bello e programmato: la strada da fare, le soste, il posto dove stare, le cose da comprare prima di partire, perfino i CD da portarci per il viaggio con una sorpresa che Cinzia aveva escogitato apposta per me.

Così una sera di agosto, una volta caricata la nostra Saab che già ci aveva scorrazzato con tanta dolcezza e comprensione per l’Italia partimmo per Hvar (Lesina).  Arrivati all’altezza di Rijeka (Fiume) estrasse un CD dalla borsa,sostituì quello nel lettore, si accoccolò sul sedile e mi disse: “Guida piano”. Aveva messo insieme qualcuno dei pezzi migliori dei Jethro Tull apposta per me, lei non sapeva nemmeno chi fossero. Questa era Cinzia.

Il resto lo trovate nel primo diario di viaggio, quello del 2009.

 

Il motivo per cui ho deciso di raccogliere in questo sito le mie impressioni, alcune delle mie foto e alcuni suggerimenti molto molto personali per chi decidesse di affrontare questa esperienza è sostanzialmente uno: il ricordo di Cinzia e il modo dolce con il quale mi ha fatto innamorare dell’isola di Hvar (pronuncia var o al massimo qvar a seconda del dialetto croato parlato dato che il croato è già un dialetto per se stesso).

Non sto a raccontarvi di quanto ci siamo amati o di quanto mi manca, vi dico unicamente che è stato il periodo più bello della mia vita e che non lo dimenticherò mai.

Se avete voglia di andarci in Dalmazia o in Istria partite e partite al più presto prima che la “civiltà” sopraffaccia tutto il selvaggio, il naturale e il tradizionale non solo della natura o dei paesaggi ma della gente come purtroppo sta già accadendo. Stanno perdendo l’ingenuità, la pazienza e il senso dell’accoglienza e stanno cadendo come è già successo a noi negli affari, negli interessi e nell’insensibilità.

Il solo fatto che si brucino intere colline di pinete di pini d’aleppo e macchia mediterranea o che si sbanchino intere colline per lasciar posto alla vite e all’ulivo, che arrivino fantomatici esperti di vino da Francia, Italia o Stati Uniti o che al posto di incantevoli insenature solitarie si costruiscano improbabili villaggi vacanze trasformerà per sempre  e in modo irreparabile questo splendido pezzo di mondo a due passi da noi.